Come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie

Come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie

Il riassunto completo del libro "Come trattare gli altri e farseli amici" del famoso scrittore e insegnante statunitense di sviluppo personale Dale Carnegie.

Pubblicato il Scritto da Matteo Feduzi Crescita Personale Nessun commento

In questa guida ho deciso di riportare il riassunto completo del libro come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie, uno dei libri che ha cambiato la vita di migliaia di persone.

Il libro di cui sto parlando è come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie e consiglio vivamente il suo acquisto per un approfondimento più completo.

Ma bando alle ciance e partiamo subito, sei pronto?

Parte prima: tecniche fondamentali per trattare con la gente.

In questa prima parte Dale Carnegie ci spiega:

  1. come la critica sia inutile e da evitare assolutamente;
  2. quanto sia importante porre apprezzamenti onesti e sinceri;
  3. e come suscitare negli altri la nostra stessa volontà.

Vediamo subito nel dettaglio ognuno di questi principi.

Principio 1: Non criticate, non condannate, non recriminate.

La critica è inutile perché pone le persone sulla difensiva e le induce immediatamente a cercare una giustificazione. È pericolosa perché ferisce l’orgoglio della gente, la fa sentire impotente e suscita risentimento.

Trattando con la gente ricordiamoci che abbiamo a che fare con creature governate non dalla logica ma dalle passioni, impastate di pregiudizi e mosse dall’orgoglio e dalla vanità.

Invece di condannare l’operato della gente, cercate piuttosto di capirla. Cercate di immaginare perché la gente fa quello che fa. È molto più utile e interessante che criticare, senza contare che genera simpatia, tolleranza e gentilezza.

Principio 2: Siate prodighi di apprezzamenti onesti e sinceri.

C’è un solo modo per ottenere da qualcuno quello che vogliamo. Un solo unico modo. E cioè fare in modo che l’altra persona voglia quello che vogliamo noi.

Il solo sistema valido perché io ottenga da voi quello che voglio è che anche voi lo vogliate.

Sigmund Freud sostiene che alla base di ogni azione umana stanno due motivazioni: l’impulso sessuale e il desiderio di grandezza.

John Dewey sosteneva che il bisogno più sentito della natura umana è il “desiderio di essere importanti”.

Tra le cose che la gente vuole maggiormente ricordiamo:

  • la salute (e la sua conservazione);
  • ll cibo;
  • il sonno;
  • il denaro (e le cose che con esso si possono acquistare);
  • la vita (e tutto ciò che ne consegue);
  • la gratificazione sessuale;
  • la felicità dei figli;
  • sentirsi importanti.

“Ritengo che la mia più grande qualità sia quella di destare in chi mi circonda il massimo entusiasmo, e questo soprattutto grazie al riconoscimento dei meriti di ciascuno e l’incoraggiamento continuo. Non c’è niente che deprima di più una persona delle critiche di un superiore gerarchico. Io non critico mai nessuno. Incentivo i dipendenti e sono tanto propenso a lodare quanto restio a trovare difetti. Se voglio che una cosa sia fatta, non ho paura di abbondare in sincera approvazione e lodi.
~Charles Schwab (magnate dell’acciaio)

Qual è la differenza tra apprezzamento e adulazione?

Semplice. L’apprezzamento è sincero. L’adulazione è falsa. Il primo viene direttamente dal cuore, la seconda si limita a salire alle labbra. Il primo è utile, la seconda dannosa. Il primo è universalmente ritenuto cosa positiva; la seconda è universalmente condannata.

Principio 3: suscitate negli altri la vostra stessa volontà.

Perché parliamo volentieri di ciò che desideriamo?

Naturale: ciascuno prova interesse per ciò che desidera, anche se agli altri non importa niente. Viceversa gli altri sono come noi, e ciascuno si interessa di quel che piace a lui.

La sola via sicura per influenzare una persona consiste nel conversare di quanto le interessa.

“Se esiste un segreto del successo direi che sta tutto nel riuscire a vedere dal punto di vista dell’altra persona, a uniformarsi all’angolo di visuale altrui.”
~Henry Ford (fondatore di Ford Motor Company)

Il punto di vista degli altri: qui sta la chiave.

Al cliente piace avere la sensazione di stare comperando qualche cosa, non che gli stiano vendendo qualche cosa.

“Quelli che riescono a mettersi nei panni altrui, quelli che riescono a capire come la pensano gli altri, non dovranno mai preoccuparsi per quello che il futuro ha in serbo per loro.”
~Owen D. Young (avvocato e uomo d’affari)

Se abbiamo un’idea, invece di costringere gli altri ad accettarla, perché non facciamo in modo che venga anche a loro? Sarebbe di aiuto a entrambi.

Parte seconda: sei modi per farsi benvolere.

In questa seconda parte Dale Carnegie ci spiega:

  1. quanto sia importante interessarsi sinceramente alle altre persone;
  2. sorridere;
  3. ricordare l’importanza del nome della persona che abbiamo davanti;
  4. essere dei buoni ascoltatori;
  5. parlare di quello che interessa agli altri;
  6. far sentire importanti gli altri, ma con la massima naturalezza.

Vediamo subito nel dettaglio ognuno di questi principi.

Principio 1: interessatevi sinceramente delle altre persone.

Alla gente non importa niente né di voi né di me. L’unico oggetto del loro interesse è la loro stessa persona.

La New York Telephon Company commissionò uno studio dettagliato sulle conversazioni telefoniche per trovare qual è la parola usata più di frequente. Sapete qual è? “Io”. Fu adoperata ben 3900 volte in 500 conversazioni telefoniche.

“È l’individuo che non si interessa agli altri quello che ha più difficoltà nella vita e che procura più danno al prossimo. E sono questi gli individui che falliscono nei loro intenti!”
~Alfred Adler (psicologo viennese)

Si può ottenere attenzione, tempo e cooperazione anche dalle persone più impegnate e importanti, dimostrando un vivace interesse per loro e per il loro lavoro.

Dopotutto proviamo simpatia e affetto nei confronti di chi ci ammira.

Se vogliamo farci degli amici, entriamo nell’ordine di idee di fare qualcosa per gli altri e salutiamogli con entusiasmo e vivacità.

La manifestazione di interesse, come ogni altro principio nelle relazioni umane, dev’essere sincera. Deve appagare non solo la persona che dimostra interesse, ma anche quella che è destinataria del messaggio. È una strada a doppio senso di circolazione, con benefici da ambo le parti.

Se volete che gli altri vi vogliano bene, se volete sviluppare veramente delle amicizie, se volete aiutare gli altri e nello stesso tempo aiutare voi stessi, tenete a mente questo principio.

Principio 2: sorridete.

Charles Schwab diceva che il suo sorriso valeva un milione di dollari.

Il suo successo straordinario infatti era dovuto in gran parte alla sua affidabilità, al suo fascino, a tutta la sua personalità di cui il sorriso non era un fattore trascurabile. Il sorriso dice più di mille parole. “Mi piaci, sono contento di vederti!”.

“La gente che sorride tende a cavarsela meglio, a insegnare meglio, a vendere meglio e a crescere figli più felici. C’è più comunicatività in un sorriso che in una minaccia. Perché l’incoraggiamento è un sistema educativo più efficace della repressione.”
~James V. McConnell (psicologo della University of Michigan)

“L’azione sembra seguire lo stato d’animo, ma in realtà azione e stato d’animo sono contemporanei; e controllando l’azione, che dipende direttamente dalla volontà, si può controllare indirettamente anche lo stato d’animo, che invece non lo è. Così il sentiero della volontà che conduce al buon umore, se mai il buon umore fosse smarrito, è quello di mettersi di buon umore e comportarsi e parlare come se il buon umore fosse già stato raggiunto.”
~William James (psicologo e filosofo)

Quando uscite di casa, alzate il mento, su la testa, respirate profondo, bevetevi la luce del sole.

Un uomo che non sa sorridere non dovrebbe mai aprire un negozio.

Il sorriso è messaggio di buona volontà. Il vostro sorriso illumina la vita di tutti quelli che vi vedono.

Principio 3: ricordatevi che per una persona il suo nome è il suono più importante e più dolce in qualsivoglia lingua.

Le informazioni che forniamo e le richieste che facciamo assumono importanza particolare se accompagnate dal nome di un individuo.

Dalla cameriera al più alto dirigente, il nome è una formula magica, quando dobbiamo trattare con gli altri.

Alcuni esempi interessanti di persone che ricordavano i nomi delle altre persone erano: Napoleone III (nipote di Napoleone Bonaparte) e Franklin D. Roosevelt.

Principio 4: siate buoni ascoltatori. Incoraggiate gli altri a parlare di se stessi.

Prestare la massima attenzione alla persona che parla è importantissimo. Non c’è niente di più adulatorio.

Lincoln aveva spesso bisogno di parlare, ma tutti si resero conto che non stava cercando consigli, ma solo una persona che lo sapesse ascoltare pazientemente e con la quale sfogarsi.

Ma perché questo principio è così tanto adulatorio? Perché le persone sanno benissimo che ascoltare i problemi degli altri è in poche parole una “rottura” e questo ne aumenta il valore quando abbiamo qualcuno che ci ascolta sinceramente.

Principio 5: parlate di quello che interessa agli altri.

Roosevelt era dedito impegnarsi nella lettura delle informazioni dei visitatori che sarebbero arrivati il giorno seguente.

Questo non perché era un maniaco o per altri problemi personali, ma perché aveva capito quanto era importante trovare la strada maestra per arrivare al cuore di una persona.

Aveva capito che per conquistare una persona tutto ciò che doveva fare era parlare delle cose che più interessavano a quest’ultima.

Principio 6: fate in modo che gli altri si sentano importanti, e cercate sempre di ottenere questo risultato con la massima naturalezza e sincerità.

Questa legge dice: date sempre agli altri l’impressione di essere importanti.

Certe piccole frasi come “scusi il disturbo”, “vorrebbe essere così gentile da…”, “per favore”, e “grazie” contribuiscono a far funzionare senza scosse l’andamento della vita quotidiana.

“Parla alla gente di se stessa”, disse Disraeli, una delle menti più acute che si siano mai trovate a capo dell’impero inglese, “parla alla gente di se stessa e ti starà a sentire per ore”.

Parte terza: come convincere il prossimo a condividere le vostre opinioni.

In questa terza parte Dale Carnegie ci spiega:

  1. che le discussioni sono inutili ed è meglio evitarle;
  2. l’importanza di mostrare rispetto per le opinioni altrui;
  3. quanto sia importante ammettere i propri errori;
  4. l’importanza di mostrarci fin da subito amici;
  5. quanto sia importante far rispondere fin dall’inizio “si” al nostro interlocutore;
  6. l’importanza di far parlare a “ruota libera” l’interlocutore;
  7. quanto è importante far credere all’altra persona di essere arrivato per primo a una determinata idea;
  8. l’importanza di vedere le cose dal punto di vista dell’interlocutore;
  9. quanto sia importante mostrarsi comprensivi per le idee altrui;
  10. l’importanza di fare appello ai motivi più nobili dell’altra persona;
  11. quanto sia importante la drammatizzazione;
  12. l’importanza di lanciare una sfida.

Vediamo subito nel dettaglio ognuno di questi principi.

Principio 1: il modo migliore per avere la meglio in una discussione consiste nell’evitarla.

Dopo un banchetto in onore di sir Ross, Dale Carnegie, grazie all’amico Frank Gammond, si rese conto di una cosa importantissima: esiste un solo modo di uscire vincitore dalle discussioni, evitarle.

La discussione avviata in questo evento è molto significativa e permette di capire meglio questo principio, ti esorto nuovamente alla lettura di questo libro.

Dale continua dicendo: “ammesso di trionfare sull’altro e di avergli dimostrato che il suo punto fa acqua da tutte le parti, cosa si ottiene? Di sentirsi forti. Ma lui? È stato messo in una condizione d’inferiorità, è stato ferito nel suo orgoglio, proverà un senso di rancore e una forzata convinzione non farà mai cambiare opinione“.

“Discutendo, polemizzando e contraddicendo, a volte si può anche vincere; ma è una vittoria di Pirro, perché non si otterrà mai la simpatia dell’avversario.”
~Benjamin Franklin (scienziato e politico statunitense)

Principio 2: mostrate rispetto per le altrui opinioni. Non dite mai: “Lei ha torto!”.

Anche sotto i migliori auspici è difficile far cambiare idea alla gente.

Ci piace continuare a credere nelle cose cui siamo abituati, a considerarle come vere, e quando le vediamo attaccate o messe in dubbio la nostra presunzione si spinge a trovare ogni scusa per difenderle.

Quando abbiamo torto lo ammettiamo solo con noi stessi. Se ce lo fanno notare gentilmente e con tatto, riusciamo ad ammetterlo anche con altri, e perfino a diventare orgogliosi della nostra franchezza e apertura mentale. Ma non lo ammetteremmo mai con qualcuno che ci vuole costringere a ingoiare il rospo.

In altre parole, non date torto a vostra moglie, a vostro marito, a vostro figlio o al vostro avversario. Non dite loro che stanno sbagliando, non fateli inalberare: usate un pò di diplomazia.

Principio 3: se avete torto ammettetelo subito e spassionatamente.

Dite di voi stessi tutte le cose cattive che sapete che l’altro pensa o sta per dire e ditele prima che l’altro abbia il tempo di sciorinarvele. Cento contro uno, susciterete nell’avversario un atteggiamento magnanimo e di perdono e i vostri errori verranno minimizzati.

C’è una certa soddisfazione nell’avere il coraggio di ammettere i propri errori. Non solo sgombra l’aria da ogni senso di colpa e di autodifesa, ma spesso aiuta a risolvere i problemi creati dall’errore.

Tutti gli sciocchi sono pronti a difendere i loro errori, ma ammetterli innalza il colpevole sopra la massa e gli conferisce dignità e serenità.

Lottando si ottiene sempre poco; cedendo si ottiene sempre di più di quanto si sperava.

Principio 4: cominciate sempre col mostrarvi amici.

L’uso della gentilezza e della simpatia è dimostrato giorno dopo giorno dalla gente che ha imparato che una goccia di miele prende più mosche di un litro di fiele.

E la gentilezza e la simpatia fanno cambiare idea alle persone più facilmente di un atteggiamento intransigente e rabbioso.

Principio 5: fate in modo che il vostro interlocutore sia indotto a rispondere “si” fin dal principio.

Quando si parla con una persona, non bisogna cominciare subito a discutere di cose sulle quali non si è d’accordo. È più opportuno cominciare sottolineando e continuare a sottolineare i punti di contatto. Se possibile, sottolineate che entrambi state perseguendo lo stesso scopo, e che la differenza sta nel metodo e non nel fine.

Insomma bisogna indurre il nostro interlocutore a continuare a dire di “si” e mai “no”.

Una volta detta una cosa, si sente che ci si deve attenere a quella. Pertanto è della più grande importanza che una persona inizi dicendo “si”.

Questa tecnica è anche chiamata “metodo socratico”.

La prossima volta che siamo tentati di dire a qualcuno che ha torto marcio, ricordiamoci del vecchio Socrate e facciamo qualche domanda gentile alla quale sia impossibile rispondere no.

Principio 6: lasciate che i vostri interlocutori chiacchierino quanto vogliono.

Se non siamo d’accordo con le persone, avremo la tentazione di interromperle. Questa è una cosa da non fare. È pericoloso. Se hanno ancora un sacco di cose da dire, non ci staranno nemmeno a sentire. È meglio ascoltare pazientemente con un atteggiamento molto aperto. Bisogna essere sinceri e incoraggiare l’interlocutore a esprimere le sue idee apertamente.

“Se vuoi crearti dei nemici, mostrati superiore ai tuoi amici. Ma se vuoi farti degli amici, lascia che i tuoi amici si credano superiori a te.”
~François de La Rochefoucauld (filosofo francese)

Perché quando i nostri amici ci superano, provano un senso di importanza; ma quando siamo noi a superarli, loro (o almeno la maggior parte) si sentono inferiori e provano invidia.

Principio 7: date agli altri la sensazione che siano stati loro per primi ad avere l’idea giusta.

A nessuno piace sentirsi costretto a far qualcosa. Preferiamo credere di avere comperato quella data cosa o fatto quell’altra cosa di nostra spontanea volontà. Ci piace sentirci chiedere che cosa vogliamo, che cosa pensiamo, che cosa ci aspettiamo.

“In ogni lavoro di genio ci sembra di riconoscere le nostre idee rifiutate; le recepiamo come se fossimo vittime di un delitto di lesa maestà.”
~François de La Rochefoucauld (filosofo francese)

Principio 8: cercate onestamente di vedere le cose dal punto di vista del vostro interlocutore.

Nella conversazione, l’accordo si raggiunge immediatamente se mostrate di considerare le idee e i sentimenti dell’altro altrettanto importanti dei vostri.

Cominciate a parlare dando all’altro la possibilità di guidare il dialogo nella direzione voluta, e date più importanza a quello che sentite anziché a quello che dite, e accettando il punto di vista dell’interlocutore indurrete l’altro a mostrarsi direttamente aperto quando si troverà ad ascoltare le vostre opinioni.

Principio 9: siate comprensivi nei confronti delle idee e dei desideri altrui.

Una tecnica per porre fine ad ogni discussione è la seguente:

“Non la biasimo se la pensa così. Anzi, se fossi nei suoi panni credo proprio che anch’io farei lo stesso”.

Di fronte ad una risposta come questa anche il più tremendo orso del mondo diventerà un agnellino.

I tre quarti delle persone che incontrate abitualmente hanno fame e sete della vostra comprensione. Concedetegliela, e vi vorranno bene.

“Tutto il genere umano anela a essere capito, compreso. Il bambino quando si fa male mostra subito i lividi e le piccole ferite per destare simpatia nei grandi; allo stesso modo gli adulti parlano volentieri dei loro problemi, delle malattie, degli accidenti e delle operazioni chirurgiche. A tutti piace venir compassionati per delle sventure, reali o immaginari che siano.”
~Arthur Irving Gates (frase del librio Educational Psychology)

Principio 10: fate appello ai motivi più nobili.

Tutte le persone hanno una grande opinione di se stesse, noi compresi, e si considerano buone, care e altruiste.

Quando non ci sono informazioni sui clienti la sola base sicura su cui procedere è dare per scontato che siano sinceri, onesti, degni di fiducia, ansiosi di pagare i loro debiti una volta convinti che i conti siano giusti.

Principio 11: drammatizzare le vostre idee.

La verità da sola non basta. Dev’essere resa vivida, interessante, drammatica, si deve usare uno stile spettacolare.

Jim Yeamans, un venditore della National Cass Register a Richmond, in Virginia, raccontò a Dale Carnegie come riuscì a concludere una vendita con una dimostrazione drammatica:

“La settimana scorsa sono andato da un droghiere e ho visto che il registratore di cassa che usava era vecchissimo. Mi sono avvicinato e ho detto: ‘Lei butta via soldi ogni volta che un cliente entra nel suo negozio’. Così dicendo gettai delle monete sul pavimento. Lui fu colpito. Le parole da sole non l’avrebbero interessato, ma il rumore delle monete che tintinnavano sul pavimento non potevano lasciarlo indifferente. Ottenni un ordine per sostituire le sue vecchie macchine”.

Principio 12: lanciate una sfida.

“Il modo per far fare le cose è di stimolare la competizione, non in un modo sordido e calcolatore, ma per il desiderio di eccellere in sé per sé.”
~Charles Schwab (magnate dell’acciaio)

Parte quarta: essere un leader. Come far cambiare opinione agli altri senza offendere e suscitare risentimenti.

In questa quarta parte Dale Carnegie ci spiega:

  1. l’importanza delle lodi e dell’apprezzamento sincero;
  2. come richiamare l’attenzione degli sugli errori altrui in maniera indiretta;
  3. quanto sia importante parlare prima dei propri errori e solo poi di quelli altrui;
  4. l’importanza di fare domande invece di impartire ordini diretti;
  5. come sia importante far si che l’altra persona possa sempre salvare la faccia;
  6. quanto sia importante lodare il più piccolo progresso;
  7. l’importanza di dare agli altri l’impressione di avere una reputazione da difendere;
  8. come sia importante incoraggiare le persone;
  9. quanto sia importante che l’altra persona sia felice di fare quanto le suggerite.

Vediamo subito nel dettaglio ognuno di questi principi.

Principio 1: iniziate sempre con le lodi e l’apprezzamento sincero.

Quando dovete dire qualcosa di abbastanza spiacevole a una persona partite sempre con lodi e apprezzamento sincero.

Apparentemente semplice lo so, ma molto complicato nella pratica, credimi.

Principio 2: richiamare l’attenzione sugli errori altrui in maniera indiretta.

Una tecnica molto utile per superare facilmente questo problema è sostituire al “ma” la congiunzione “e”.

Così facendo è più facile accettare le lodi perché non sono seguite dall’avversativa che introduce un’accusa per qualcosa che è andato male.

Richiamare l’attenzione sugli errori in maniera indiretta fa meraviglie con le persone sensibili, che potrebbero risentirsi tremendamente di ogni critica diretta.

Principio 3: parlate dei vostri errori prima di sottolineare quelli altrui.

È molto più facile accettare dei rimproveri se la persona che ci sta muovendo delle critiche comincia con l’ammettere umilmente di essere ben lontana anche lei dalla perfezione.

Ammettere gli errori, anche se non si è in grado di correggerli, può aiutare a convincere l’interlocutore a cambiare il suo atteggiamento.

Principio 4: fate domande invece di impartire ordini diretti.

Non bisogna mai dare ordini alle persone. Tutto ciò che possiamo limitarci a fare è dare dei consigli.

Un sistema del genere dà a una persona la possibilità di emendare i propri errori. Una tecnica simile salva l’orgoglio dell’altro e non sminuisce il suo senso d’importanza. Incoraggia la cooperazione invece della ribellione.

Il risentimento causato da un ordine brusco può durare a lungo, anche se l’ordine è stato dato per correggere una situazione che ovviamente non andava bene.

Fare domande non solo rende un ordine più tollerabile, spesso stimola la creatività delle persone cui viene impartito. Gli altri accettano più volentieri un ordine se hanno una parte nella decisione che porta all’ordine stesso.

Principio 5: fate in modo che l’altra persona salvi la faccia.

Anche se abbiamo ragione e l’altro ha torto marcio, facendogli perdere la faccia riusciamo solo a distruggere il suo ego.

“Non ho il diritto di dire o di far qualcosa che sminuisca un uomo di fronte a se stesso. Il problema non è quel che io penso di lui, ma quel che lui pensa di se stesso. Offendere un uomo nella sua dignità è un crimine.”
~Antoine de Saint-Exupéry (pioniere aviazione francese e scrittore)

Principio 6: lodate il più piccolo progresso. Siate calorosi nell’approvazione e prodighi di lodi.

Quando lodiamo anche il più piccolo miglioramento scateniamo negli esseri viventi la voglia di migliorare sempre di più.

L’uso della lode al posto della critica è uno dei concetti base dell’insegnamento di B.F. Skinner. Questo grande psicologo contemporaneo ha mostrato con gli esperimenti sugli animali che quando la critica è ridotta al minimo e la lode enfatizzata, le buone azioni vengono incrementate e le cattive bloccate per mancanza di attenzione.

Inoltre quando si fanno dei complimenti è sempre meglio scendere nel dettaglio e mai mantenersi sul vago; così la lode risulta molto più incisiva e gradita a chi la riceve.

A tutti fa piacere essere lodati, ma se la lode è specifica, diventa più sincera e non soltanto qualcosa che si dice per far piacere all’altro.

Le capacità appassiscono sotto la critica, fioriscono sotto l’incoraggiamento.

Principio 7: date agli altri l’impressione di avere una reputazione da difendere.

Per migliorare il comportamento di una persona, agisci come se quella virtù particolare che ti interessa fosse già una delle sue principali caratteristiche.

Shakespeare disse: “Presumete nell’altro una virtù anche se ancora non esiste”.

E sarebbe bene presumere e affermare apertamente che l’altra persona ha la virtù che voi volete sviluppi.

Date a chiunque una buona reputazione da sostenere e vedrete che farà sforzi prodigiosi piuttosto che disilludervi.

Principio 8: usate l’incoraggiamento. Mostrate quant’è facile correggere gli errori.

Dite a vostro figlio, a vostra moglie, a vostro marito, o a un vostro dipendente che è uno stupido, uno sciocco, che non è capace di far niente, che quando agisce sbaglia, e avrete distrutto qualsiasi incentivo a migliorare; ma usate la tecnica opposta, abbondando di incoraggiamenti, facendo sembrare facile ogni problema, facendo sentire all’altra persona che avete fiducia nelle sue possibilità, che ha un sacco di potenzialità non sviluppate da tirar fuori, e quella si darà da fare dalla mattina alla sera per diventare in gamba sul serio.

Principio 9: fate sì che l’altra persona sia felice di fare quanto le suggerite.

Per fare in modo che l’altra persona sia felice di fare quanto gli suggerisci segui sempre queste regole:

  • Sii sincero, non promettere niente che non puoi mantenere, dimentica il tuo tornaconto e concentrati su quello altrui.
  • Cerca di stabilire esattamente quel che vuoi che l’altra persona faccia.
  • Sii comprensivo. Chiediti quel che l’altro vuole davvero.
  • Considera i benefici che la persona riceverà facendo quello che dici.
  • Considera i benefici che l’altra persona vuole ricavarne.
  • Quando chiedi quello che vuoi, mettila in modo che l’altra persona abbia l’impressione di poterne ricavare un vantaggio personale.

Conclusioni

Ottimo, siamo arrivati alla fine di questo articolo. Spero tu lo abbia trovato utile e che ti abbia fornito molti spunti interessanti.

Voglio lasciarti con una bellissima frase dell’autore che spero ti aiuterà a lanciarti:

“L’unico modo per sviluppare la fiducia in se stessi consiste nel fare la cosa che si ha paura di fare e tenere una specie di registrazione di come sono andate le cose.”
~Dale Carnegie (autore del bestseller come trattare gli altri e farseli amici)

Non dimenticare di lasciare un commento sincero. Buona fortuna con il tuo progetto! 😉

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